Il divario di occupazione di genere persiste ancora e non si allenta in Europa: secondo gli ultimi dati forniti dall’Eurostat l’Italia tè ra le nazioni più colpite, ecco i dettagli.
Nel 2022, il divario di occupazione di genere nell’Unione Europea è stato del 10,7%, con una lieve diminuzione dello 0,2% rispetto al 2021.
Il divario, misurato come la differenza tra i tassi di occupazione degli uomini e delle donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni, continua a essere alimentato da varie ragioni, tra cui:
Inoltre, fattori come la mancanza di assistenza all’infanzia adeguata, disincentivi fiscali e segregazione occupazionale contribuiscono a mantenere divari di genere nell’occupazione nel tempo.
In questo insieme l’Italia emerge ancora come uno degli stati più indietro in materia di parità di genere.
Mentre solo due regioni dell’UE, la Regione Capitale della Lituania (Sostinės regionas) e il Sud della Finlandia (Etelä-Suomi), hanno registrato un tasso di occupazione più elevato tra le donne nel 2022, l’Italia si trova infatti tra le nazioni più colpite da questa disparità.
Nel 2022, ben 20 regioni europee hanno registrato un divario occupazionale di almeno 20 punti percentuali tra i sessi.
La metà di queste erano in Grecia, mentre il resto era concentrato in Italia (7 regioni) e Romania (3 regioni).
Queste sono le sette regioni che si trovano in Italia, con il Mezzogiorno in testa alla lista:
Nella Puglia addirittura il divario di occupazione di genere al 30,7% posiziona la regione come una delle più colpite nell’intera Unione Europea, al secondo posto solo dietro una regione della Grecia Centrale (Sterea Elláda, 31,4%).
L’Italia deve pertanto affrontare sfide significative per garantire progressi significativi nella riduzione delle disparità di genere nel mondo del lavoro. Per perseguire questo obiettivo, secondo l’UE, si dvorebbero implemenatare (in Italia come altrove) politiche specifiche di questo tipo:
Affrontare queste sfide potrebbe infatti contribuire a creare un ambiente di lavoro più inclusivo e ad accelerare il percorso dell’Italia verso la riduzione delle disparità di genere nel mondo del lavoro riducendo l’attuale gap.
Qui trovate il dataset completo fornito dell’Eurostat (in lingua inglese).
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it